.L'allestimento

 

 

Nelle sale dell’esposizione archeologica si ripercorrono cronologicamente le fasi del popolamento umano nel territorio delle province di Sassari e Nuoro, Gallura e Ogliastra, dal Paleolitico inferiore (500.000 a.C.) alla fine del Medioevo.

Attraverso la visione dei reperti e degli apparati didattici il visitatore avrà modo, inoltre, di apprezzare l’originalità ma anche la centralità delle plurimillenarie culture della Sardegna nell’ambito delle civiltà mediterranee. Gli studi degli ultimi decenni hanno prodotto, infatti, una nuova immagine della Sardegna antica, lontana dai vecchi stereotipi che la consideravano sempre muta ed immutabile, chiusa su se stessa e restia agli scambi culturali. Il patrimonio del Museo “Sanna” dimostra invece quanto la Sardegna, pur mantenendo le sue peculiarità, sia sempre stata pronta ad accogliere genti e idee producendo una continua e feconda “innovazione nella tradizione”.

Il percorso inizia nella sala preistorica con l’esposizione di frammenti fossili dalle foreste pietrificate dell’Anglona (datate al Miocene, tra 17 e 13 milioni di anni fa), e prosegue con gli importantissimi reperti del Paleolitico inferiore dai siti di Laerru e Perfugas (il più antico dei quali ha restituito materiali datati a 500 mila anni fa ) e quelli del Paleolitico superiore dalla Grotta Corbeddu di Oliena.

Seguono i significativi contesti del Neolitico (6.000-2.900 a.C. circa) con bei reperti ceramici, bracciali, collane, strumenti e vasi in pietra, le singolari statuine raffiguranti la “Dea Madre”, simbolo di fecondità. Sulle pareti della sala, i calchi dei dettagli di alcune delle caratteristiche tombe scavate nella roccia (ipogei) dette localmente domus de janas (“case delle fate o streghe”).

La sala dedicata al grandioso monumento di Monte d’Accoddi (santuario neolitico ed eneolitico) ci svela la vita quotidiana nel centro cerimoniale creato intorno all’altare a terrazza, unico nel Mediterraneo ed in Europa.

Si prosegue con la sala dedicata all’importante fenomeno dell’ipogeismo nell’Età del Rame (2.900-1.900 a.C. circa) e nella prima Età del Bronzo (1.900-1.600 a.C. circa); qui spiccano reperti ceramici, metallici, statuine cultuali ed i calchi di incisioni con figure umane provenienti dalle domus de janas; sono presenti inoltre diversi esemplari di statue-menhir con la rappresentazione, a bassorilievo, di una figura umana ed un pugnale.

Nella sala successiva un plastico di una tomba di giganti (sepolture megalitiche collettive nuragiche), le ceramiche, i metalli, alcuni ornamenti e due crani umani con i segni di trapanazioni craniche terapeutiche e/o magico-rituali, illustrano i contesti funerari della Età del Bronzo Antico e Medio (1.900-1.450 a.C. circa)

Al piano superiore la sala dedicata alla Civiltà Nuragica (1.600 - 525 a.C. circa), ospita una cospicua raccolta di reperti ceramici, bronzei e litici da contesti abitativi, cultuali e funerari. Spiccano in particolare i manufatti bronzei d’uso corrente quali asce, scalpelli ecc., i monili e gli straordinari bronzetti, raffiguranti categorie umane (il guerriero la sacerdotessa, l’offerente, ecc.), animali e navicelle.

La Sala Fenicio-Punica contiene importanti reperti fenici e cartaginesi nonché materiali etruschi e greci di importazione: anfore e vasellame da mensa, cippi e stele funerarie, monili in oro e pietre dure, scarabei egitizzanti, terrecotte figurate, rasoi bronzei, lucerne ecc.

Senza interruzione si arriva nelle sale dedicate alla Civiltà Romana; qui si possono ammirare le principali classi e tipologie ceramiche, sculture e frammenti di mosaici, are votive, stele e cippi, miliarii ed epigrafi ecc., reperti di provenienza subacquea (anfore, ancore, lingotti, scandagli…) principalmente dall’antica Turris Libisonis (Porto Torres) ma anche da altre località della Sardegna centro-settentrionale.

Negli spazi delle sale dedicate alla Civiltà Romana assume particolare rilevanza la ricca raccolta numismatica con esemplari di zecche locali ed extrainsulari dall’età punica all’età contemporanea.

La sala medievale e moderna, attraverso un itinerario cronologico/topografico, offre un quadro significativo delle conoscenze sulla vita della Sardegna centro-settentrionale dall’Alto Medioevo all’Età Moderna. L’esemplificazione di contesti significativi dei vari aspetti del territorio avviene attraverso le acquisizioni della prima metà del Novecento e la presentazione, per la prima volta, di molti reperti di recente ritrovamento come quelli dagli scavi urbani di Sassari (Cattedrale di S. Nicola) e Alghero, ovvero dai centri e complessi medievali di Geridu e S. Filitica (Sorso), S. Imbenia (Alghero) e Seve (Banari).

Le importanti raccolte etnografiche sono costituite da un’ampia tipologia di oggetti (costumi, arazzi e tappeti, gioielli, intagli ecc.) che documentano la “cultura materiale”, le tradizioni e l’arte della Sardigna centro-settentrionale degli ultimi tre secoli. La sezione etnografica attualmente in fase di riallestimento è, però, rappresentata degnamente ogni anno in una mostra tematica - che generalmente si svolge tra maggio e giugno, in concomitanza con la grande festa della “Cavalcata Sarda”, che sfila davanti al Museo.

Continua a rappresentare parte significativa dell’esposizione del Museo “Sanna” anche la Pinacoteca, per la quale è previsto l’ampliamento ed il trasferimento nella prestigiosa sede del ex Collegio “Canopoleno” nel centro storico della città.